Quando Nicholas mi ha proposto di occuparmi di questa sezione gli ho chiesto se era sicuro se non era prerogativa di altri avere questo privilegio ma lui mi ha tranquillizzato e poi gli ho chiesto ” ma sei sicuro sono la persona giusta ? ” E lui cosa ha fatto ? Mi ha tranquillizzato, ed io tranquillo e incosciente mi accingo a questa nuova avventura avendo ben chiaro che la firma negli ultimi articoli pubblicati è quella del grande Bruno Grassi, è quindi con molta umiltà che da oggi cercherò di proporvi di volta in volta qualcosa da leggere e magari discutere, aperto ai vostri suggerimenti o alle vostre critiche.
Per cominciare ho scelto di proporvi un pezzo liberamente tratto da un articolo apparso tempo fa sul sito di “LECCEPRIMA” che vorrei intitolare:
LA CAPACITA’ DI NON MOLLARE-
Si allenano con regolarità e disciplina, sottoponendo il fisico a sforzi che per molti sembrano impossibili, sognano imprese che rimarranno inevitabilmente irraggiungibili. Sanno di non poter mai vincere ma ci credono lo stesso, mettendoci anima e passione si allenano tre quattro anche sette volte a tettimana, si svegliano anche la domenica quando fuori è ancora buio, la citta sembra ancora addormentata. Corrono nel caldo afoso dell’estate, nell’umidità che toglie il respiro, sotto la pioggia, nel freddo come a Fusignano e nelle mattine nebbiose. Seguono rigorosamente tabelle e programmi di allenamento,macinano distanze all’apparenza impossibili, si esaltano e si deprimono per una manciata di secondi al chilometro.Desiderano imprese che rimarranno, per lo più, solo nelle menti di tanti piccoli o grandi sognatori e fanno tutto ciò con una tanto semplice quanto crudele consapevolezza, non vincere mai.Non solo vittorie leggendarie come Stefano Baldini trionfatore della maratona dei giochi olimpici Atene 2004, il riferimento infatti, è anche a piccole gare provinciali e regionali, in cui i primi rimangono un obbiettivo irraggiungibile, con tempi da ammirare e bramare. piccoli campioni irraggiungibili, eroi locali e dei di piccole comunità. Già,perchè il destino della maggioranza dei podisti è racchiuso nel pensiero del Barone Pierre de Coubertin ” l’importante non è vincere ma partecipare “. Ogni podista che si rispetti, infatti prepara una gara ( sopratutto una maratona ) sottoponendosi a sforzi e sacrifici che seppur lontani da un’atleta professionista richiedono una disciplina e un’applicazione difficile anche solo da immaginare. La corsa è uno sport che non ti regala nulla, e il cronometro ti rimanda inesorabilmente, come dinanzi a uno specchio, i tuoi limiti. Il popolo del podismo non si lascia demoralizzare da tutto ciò, anzi lo trasforma in forza interiore e un mantra impresso nel DNA: NON MOLLARE MAI. I distacchi non contano, tagliare il traguardo è sempre gioia emozione sorrisi e lacrime, braccia verso il cielo come un campione del mondo. La sfida è sempre con il più temibile degli avversari: se stessi. Perchè nella corsa non sono le vittorie e i tempi migliori a fare di un podista un vincente, è il cuore che ci mette, la capacità di non mollare, la forza di crederci e la mano tesa all’amico o all’avversario in difficoltà.La maratona rimane, tra le corse podistiche, la più affascinante e la più ambita. Ciunque indossi le scarpe da running e percorra anche solo una manciata di km, sognerà di percorrere qui 42.195 chilometri e di sentirsi leggero e invincibile, di poter urlare “sono un maratoneta ” ( ricordo che il 3 aprile andiamo a Dolo per la maratonina dei dogi ottima occasione per fare un ultimo lungo per chi è iscritto alla maratona di Rimini ).
Perchè in fondo, ognuno è fatto della sostanza dei propri sogni,dietro ogni podista c’è un mondo di sacrifici ed emozioni, di fatica e gesti ripetuti all’infinito, di gioie e di delusioni, forza e debolezza, di amicizia e fratellanza, di generosità e dedizione, ma sopratutto un cuore grande ( e forte ).Perciò, se incontrate un runner sulla vostra strada, non negategli un saluto, lui vi regalerà un sorriso.